Ciao!
Oggi voglio parlarti di un articolo pubblicato nel 2017 dall’Associazione Medici Americani (AMA) sulla rivista
JAMA, intitolato “Il potere iatrogeno delle parole del medico”.
L’autore, il Dott. Banksy, afferma che alcune informazioni che i medici e, mi sento di aggiungere, anche i
fisioterapisti forniscono ai propri pazienti, possono amplificare i sintomi e diventare fonte ulteriore di stress,
con conseguenze negative.
Come mediatori dei sintomi lamentati dal paziente abbiamo sicuramente i suoi pensieri, le sue convinzioni
e le sue idee.
Sebbene la consapevolezza di un problema non ne causi i sintomi, essa può comunque amplificare,
perpetrare ed esacerbare il problema stesso, rendendo un sintomo più nocivo ed intrusivo.
Le informazioni, come afferma Banksy nel suo articolo, sono un importante mediatore di quella che è la
variabilità in relazione ai problemi ed ai sintomi.
Sappiamo, per esempio, che la lettura degli effetti collaterali sul foglietto illustrativo dei farmaci, ovvero il
bugiardino, ne incrementa la frequenza di presentazione.
Il dolore è particolarmente sensibile a quelle che sono le convinzioni, i pensieri e le aspettative del paziente;
ad esempio il linguaggio specifico che si utilizza nel descrivere una procedura, o per preparare il paziente ad
una procedura invasiva, può avere su di essa un effetto negativo.
Tutto ciò deve farci riflettere e pensare in maniera più estesa a quella che è la comunicazione che
utilizziamo con i nostri pazienti.
Il paziente, oggi più che mai, necessita di spiegazioni precise in merito alla natura del suo problema ed alle
possibili soluzioni ed opzioni terapeutiche.
E’ necessario però rendersi conto che le nostre buone intenzioni possono sortire anche un “effetto
boomerang”, quindi imparare a mettere in atto una buona comunicazione può essere un modo per ovviare
a questi effetti negativi.
Ad maiora.
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