Di quante gambe ha bisogno il tuo tavolo per stare in equilibrio?
La fisica ci ha insegnato che per avere piano stabile ci devono essere almeno 3 punti d’appoggio. E così anche la famosa e per certi versi famigerata (BMJ 2014 Jun 13;348:Evidence based medicine: a movement in crisis?) Medicina Basata sull’Evidenza si fonda su tre pilastri che sono (BMJ 1996;312:71-72 Evidence based Medicine: What it is and what isn’t. Sackett e coll.).
Cosa sono le convinzioni e come si formano?
-Le migliori evidenze esterne
–Capacità clinica individuale
-I valori del paziente e le sue aspettative
Per ricercare le migliori evidenze scinetifiche e sufficente fare una ricerca su PubMed o su PEDro e voilà, come per incanto, ecco trovati gli abstract degli studi e delle review più autorevoli a livello mondiale. Se poi si è fortunati di alcuni di questi studi è possibile trovare anche l’intero articolo con descrizione delle modalità operative in cui si sono ottenuti certi risultati. Quando inizia a fare il terapista ricordo che Pubmed era su dischetti suddivisi per anni, io li utilizzai per fare la tesi, erano del mio relatore. Le evidenze non erano sicuramente alla portata di tutti. Fortunatamente le cose cambiano.
Per quanto riguarda la capacità clinica individuale possiamo solo dire che oggi, è più facile formarsi e acquisire nuove capacità. Esistono corsi on-line e off-line, tutor della parte pratica e ogni corso che si rispetti ha sempre una parte pratica. Un corso deve cambiare le competenze e fare pratica è sicuramente un bel modo. Ovviamente non basta provare un giorno delle tecniche per acquisire la cacità. La ripetizione è la madre di tutte le competenze.
Fin qui possiamo dire che il nostro tavolo si poggia su due gambe forti, ne basta una terza e il gioco è fatto direte voi. Peccato che per quanto riguarda i valori e le aspettative del paziente non basta frequentare un “corsetto” e nemmeno fare una ricerca sul Web. Per dare stabilità a questo punto sono necessarie delle competenze che purtroppo non vengono insegnate neanche all’Università. Cosa sono le convinzioni e i valori?
Partiamo con la definizione fornita dal dizionario Treccani di valore:
“Il termine ‘valore‘ è usato abitualmente nel linguaggio ordinario in due significati diversi, ma interscambiabili. In un primo significato qualsiasi cosa sia ritenuta oggettivamente importante o sia soggettivamente desiderata è o ha un valore. In un secondo significato il valore non indica l’oggetto dell’interesse, ma il criterio della valutazione, ossia il principio generale in base al quale approviamo o disapproviamo una certa azione, come quando disapproviamo chi non mantiene la parola data, perché non rispetta un principio di lealtà nei rapporti interpersonali. Nel linguaggio comune i ‘valori’, al plurale, indicano gli ideali a cui gli esseri umani aspirano”.
I valori sono quindi qualche cosa che risponde alla nostra soggettività e quindi possiamo dire che sono delle particolari forme di convinzioni. A questo punto dobbiamo chiederci:
“Come nascono le convinzioni e quindi i valori?”.
Secondo Anthony Robbins le fonti di convinzioni sono 5, approfondiamole una ad una.
-La prima fonte è l’ambiente. Tendenzialmente le persone tendono ad acquisire le convinzioni dell’ambiente in cui vivono.
Vi siete già chiesti quali sono le convinzioni che il paziente ha ereditato nel contesto in cui vive? Sono convinzioni funzionali alla guarigione oppure no?
-La seconda fonte di convinzioni sono gli eventi emozionalmente significativi che i pazienti hanno vissuto nella loro vita. Ci sono stati particolari eventi che il paziente ha condiviso con voi in cui si può essere formata una particolare convinzione? Se ad esempio il paziente ha visto un parente soffrire molto dal mal di schiena e non trovare conforto in nessuna forma di terapia che convinzioni può aver sviluppato?
-La terza fonte è la conoscenza. Possiamo strutturare convinzioni dopo esserci documentati su di un determinato argomento. Mi domando quali sono le convinzioni che può strutturare un paziente leggendo su Internet, sui blog di medicina o blog tematici per un argomento di suo interesse. Sono convinzioni funzionali alla sua guarigione? Forse si, se ciò che leggono li invita ad un atteggiamento proattivo rispetto alla malattia mentre sono non funzionali se aumentano lo stato d’ansia e paura del paziente.
-La quarta fonte è costituita dai risultati che il nostro paziente ha ricevuto in precedenza. Che convinzione strutturerà un paziente che ha già consultato diversi fisioterapisti per risolvere il suo problema? Questa convinzione lo aiuta nel processo di guarigione?
-La quinta fonte è data dalla capacità, tipica solo del genere umano, di immaginare i possibili risultati di una data esperienza.
Chissà se vi siete già chiesti quali possono essere le proiezioni che il paziente si è fatto della sua patologia e della sua reale possibilità di guarigione.
Prendersi cura delle convinzioni del nostro paziente è importante tanto quanto somministrare una terapia che gode di studi che ne certifichino l’autorevolezza. Se vuoi operare nella direzione della Best Practice è opportuno che inizi a dare la giusta importanza e il giusto spazio a questi concetti. Quando avrai fatto questo primo passo parleremo di come si possono cambiare le convinzioni ma sono convinto che è meglio fare un passo alla volta.
AD MAIORA
Giuliano
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